In questo post voglio affrontare le 10 paure più comuni che possono frenare l’entusiasmo per compiere un lungo viaggio a piedi come il Cammino di Santiago. Abbandonando le paure scoprirai quali sono, invece, i motivi per intraprenderlo.

Ho deciso di sfatare 10 miti per incoraggiare ad affrontare il Cammino nei migliore dei modi.

1) VESCICHE

In molti blog mi è capitato di leggere che, percorrendo un viaggio lungo a piedi come il Cammino di Santiago, si corre il rischio di soffrire di vesciche e bolle d’ acqua ai piedi.

Questi problemi sono semplicemente dovuti alla scelta di una calzatura non adatta all’impresa.

Basta scegliere le scarpe giuste e, ogni volta che si effettua una sosta, toglierle per far riposare e respirare il piede.

Appena finita la tappa giornaliera è opportuno fare una bella doccia e restare in ciabatte per tutto il tempo lasciando all’aria i piedi.

Se poi si ha la fortuna di capitare in un ostello, come è successo a me a Sansol, che ha anche una vasca ghiacciata appositamente per rigenerare i piedi è davvero il massimo per un’ottima ripresa.Cammino di Santiago

Con questi semplici accorgimenti si eviterà lo stress di pensare a creme, unguenti e cerotti vari, ma soprattutto, si eviteranno le vesciche.

2) SCARPE

Un’ altra leggenda del Cammino narra che le scarpe perfette siano quelle da trekking.

Questa leggenda è senza fondamenta, perchè la scarpa perfetta per tutti non esiste.

Ognuno di noi ha un piede diverso, quindi, la stessa scarpa può andare bene per uno, ma, allo stesso tempo, essere deleteria per un altro.

Il consiglio che posso dare con assoluta certezza e quello di partire con le scarpe comode che si indossano abitualmente da almeno un mese.

Io ad esempio sono partita con le mie inseparabili scarpe da running che uso tutto il giorno, tutti i giorni dell’ anno.

Il mio piede era abituato a quella scarpa cosi mi sono risparmiata le vesciche che vengono di solito quando si indossano calzature nuove.

Il consiglio più importante: la cosa che si deve assolutamente evitare è comprarsi un paio di scarpe nuove una settimana prima della partenza.

3 ) RACCHETTE

A meno che non si abbiano problemi al ginocchio, o alla schiena o difficoltà oggettive a camminare, sarebbe opportuno evita di acquistare questi elementi di disturbo.

Ho ancora impresso nella mente quel fastidioso ticchettio che ogni volta rompeva la magia del silenzio intorno a me.

“Tic Tic Tic” bisogna avere pietà per gli altri pellegrini.

Scherzi a parte, sono davvero inutili se si gode di buona salute.

Ho camminato per 900km senza MAI e sottolineo MAI aver avuto bisogno di una racchetta.

4) SOLITUDINE

Quando sono tornata dal Cammino una delle domandi più frequenti che mi sono state rivolte è stata: “Ma non ti sentivi sola?”

Premesso che non si è mai soli durante il Cammino di Santiago a meno che non lo si desideri. In media ogni anno circa 280,000 persone intraprendono la  STESSA IDENTICA strada verso Santiago.

Quindi, se lo si desidera, si potrà sempre godere della compagnia di altri pellegrini che  camminano per raggiungere la stessa meta.

Capiterà di percorrere delle tappe a fianco di altri pellegrini, con altri stringerai amicizia e altri ancora li conoscerai durante il riposo serale in ostello.

Non mancherà la migliore compagnia della quale si possa godere: quella con se stessi che non ha niente a che vedere con la solitudine.

 

5) FATICA

Il Cammino di Santiago non è faticoso.

I tratti da percorrere sono quasi tutti in piano fatta eccezione per i Pirenei, l’Alto del Perdon, Monte Leon e O’ Cebreiro.

La cosa fondamentale è organizzare al meglio le tappe e non esagerare con i chilometri giornalieri.

Non è una gara a chi arriva prima, ognuno ha i suoi ritmi e il suo tempo di recupero.

I primi giorni mi sono attenuta alla mia guida che prevedeva circa 25 km al giorno.

Visto che non accusavo difficoltà ho aumentato di 5 km al giorno e non ho mai sentito la stanchezza (solo i primi tre giorni di adattamento).

Il mio segreto?

Partivo appena sorgeva il sole per sfruttare tutte le mie energie durante la mattinata.

Ogni 5-10 km una pausa e arrivavo all’ora di pranzo che avevo coperto tre quarti del percorso giornaliero.

Gli ultimi 5 km li tenevo per il dopo pranzo cosi da arrivare verso le tre in ostello ed avere tantissime ore per riposare.

Il mio rito di benessere?

Doccia, infradito, vestiti puliti, sole e venticello pomeridiano immersa nella scrittura e nella natura.
Il giorno dopo ero come nuova nonostante l’accumulo di chilometri.

6) PERICOLO

Durante il Cammino non capiterà nulla di male.

Nessun pericolo: nessuno ti aggredirà nè tanto meno ti deruberà ed è quasi impossibile perdersi.

Il percorso è segnato davvero bene, praticamente ogni 100-200 metri trovi la famosa freccia gialla o la conchiglia (simboli del Cammino) per terra, sulle cortecce degli alberi, sui muri, basta tenere gli occhi aperti.

Cammino di Santiago

Per quanto riguarda le aggressioni c’è da stare tranquilli, poichè non si sta quasi mai soli durante il cammino.

Ci sarà sempre un pellegrino o un gruppo di persone avanti o dietro.

Sono davvero pochissimi i tratti isolati, a parte le mesetas, le tappe non sono mai troppo distanti l’una dall’ altra .

Inoltre, lungo tutto il percorso, si trovano numerosi bar, punti ristoro e ostelli per cui il pericolo è davvero minimo.

Ovviamente cerca di evitare di metterti in Cammino in orari poco trafficati (dopo pranzo dalle 13,30 alle 15,30) oppure quando è buio (prima dell’ alba o dopo il tramonto).

Anche i furti non rappresentano un reale problema.

Ho dormito in ostelli con oltre cinquanta persone lasciando il cellulare in carica e nessuno lo ha toccato.

I soldi li tenevo nel mio nascondiglio segreto ma solo per precauzione.

Il clima che si respira durante il Cammino è davvero sereno: tutti stanno bene e, di conseguenza, sembrano diventare persone migliori.

Quindi, a meno che non ti immerga completamente nei tuoi pensieri (questo è il REALE pericolo, mi è successo un paio di volte e sono state le uniche in cui mi sono persa) non si corrono rischi particolari.

7) NOIA

Un’ altra delle domande più richieste :”Ma non ti annoiavi tutto quel tempo a camminare?”

Assolutamente NO.

E’ impossibile annoiarsi cambiando ogni giorno paesaggio, emozioni e destinazione.

Poteva capitarmi di passare in una sola giornata dalla campagna sterminata ai vigneti brulli alla montagna.

Ogni giorno attraversavo un paese nuovo oppure una grande città.

In questo modo, con tutti questi stimoli continui non ci si può annoiare. Più camminavo più avevo voglia di camminare: ero entusiasta e curiosa dello spettacolo che ogni giorno si presentava ai miei occhi.

Sicuramente, non tutti i posti sono stati meravigliosi, specialmente le periferie industriali delle grandi città, ma poco importava: il giorno dopo sarei stata in un altro luogo tutto da scoprire.

Il Cammino è una grande, meravigliosa avventura.

8) FAME

Questa è la principale preoccupazione dell’italiano medio.

“Ma come facevi a mangiare? Cosa mangiavi?”

Ironicamente rispondevo: “Sono stata in Europa non nel Sahara”

Ormai il Cammino è, purtroppo, diventato una moda e la grande mole di “turigrini”(i turisti pellegrini come ho ribattezzato i modaioli che fanno il Cammino solo per usufruire di ostelli a basso costo) ha fatto crescere la ricettività in maniera esponenziale.

Non esiste un paese lungo il Cammino che non abbia un bar.

Inoltre, ogni ostello offre sia a pranzo che a cena il menù del Pellegrino.

Con una spesa che varia da 8 a 10 euro è previsto un primo, un secondo con contorno, pane, acqua,vino e dolce.

Non sto scherzando e cosa fondamentale il cibo è davvero OTTIMO.

Ho mangiato meglio in ostello che in tanti ristoranti qui in Italia.

Non dimentichiamo che in Spagna esistono anche i supermercati.

Quindi non si muore  di fame.

9) DORMIRE IN OSTELLO

Questa era una delle mie paure più grandi da superare.

Avrei dovuto per la prima volta in tutta la mia vita dividere una stanza con tanti sconosciuti.

Devo ammettere che le prime due notti ho dormito in camera singola.

Il terzo giorno ho fatto amicizia con tre connazionali e finalmente ho provato a dividere la camera e ho scoperto che non era assolutamente terribile come me lo immaginavo.

Esattamente il contrario: la maggiorparte degli ostelli in cui ho pernottato erano accoglienti, confortevoli e puliti.

Tutto questo alla modica cifra di 10 euro; ho trovato ostelli comunali anche a 5 euro ma erano troppo affollati.

Personalmente preferivo gli ostelli con massimo dieci persone a camera perchè c’era meno confusione e meno rischio di imbattersi nel “turigrino”.

Non avere paura di dormire in ostello, è una bellissima esperienza di condivisione e umanità.

10) NON INSEGNA NULLA

Penso che il Cammino di Santiago sia stata la migliore lezione della mia vita.

Se si affronta l’intero percorso, per tutti gli 800 km, senza scorciatoie, cercando di ritrovare il contatto con se stessi, nella solitudine, raggiungerai una consapevolezza che ti cambierà radicalmente.

Sto scrivendo un libro su questa esperienza nel quale ho raccolto le numerose riflessioni e i preziosi insegnamenti che ha saputo regalarmi.

Se dovessi riassumere il Cammino di Santiago con poche parole direi che è una caccia al tesoro nel quale il tesoro da trovare sei tu!

Un abbraccio

Veronica

4 COMMENTS

  1. Tra le tante cose verissime che hai scritto, una lo è più di tutte: essere in compagnia di se stessi non ha niente a che vedere con la solitudine… Con poche semplici parole hai espresso un pensiero denso di significato che condivido appieno! 🙂

    • Grazie di cuore? è così bello sapere che altre persone sono in linea con questo pensiero…ti lascio una frase che ho letto pochi giorni fa e mi è rimasta impressa:” La solitudine è quello spazio in cui non mi sento mai solo”♥️

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