Cammino fracigeno: dal Piemonte al confine della Toscana.
Il mio viaggio procede con ogni genere di imprevisto e se all’ inizio mi creava irritazione ora lo trovo esilarante!
Ho proseguito a camminare tra le pianure infuocate del Piemonte: tra campi di grano, granturco e sterminate risaie sotto il sole bollente delle ore più calde senza ombra nè vento.
Questa parte del cammino francigeno mi ha fatto ricordare le mesetas spagnole, il tratto più duro del Cammino francese: chilometri e chilometri di solitarie distese di campi senza incontrare traccia di umanità.
Un’ora in pianura equivale a tre ore in qualsiasi altro paesaggio: il tempo sembra fermarsi e quella linea dritta che si perde all’orizzonte sembra irraggiungibile.
E’ frustrante camminare in pianura: non ci sono sfide nè emozioni a parte la noia. Esattamente come una vita piatta.
E’ “facile” vivere facendo sempre le stesse cose, senza rischiare di uscire dalla confort zone, ma allo stesso tempo si perda anche il gusto e il senso della vita stessa.
E poi si cade in depressione.
Nonostante la tediosità del paesaggio sempre uguale per oltre 100 chilometri, arrivo finalmente a Santhià dove ho il primo grande intoppo.
La mia accompagnatrice avverte un forte dolore dietro il ginocchio. Deduco che sia di origine muscolare, niente che con un po’ di riposo non possa guarire.
L’ indomani avrei dovuto attraversare il tratto fino a Vercelli ma per lei sarebbe stata una prova estenuante: 21km di desolazione. Nessun punto ristoro per rifornirsi d’acqua nè zone d’ombra per riposare. Sei ore di cammino sperduti tra le risaie.
E se il dolore fosse peggiorato? Avrei rischiato di finire subito il viaggio. Era fuori questione.
La soluzione migliore era quella di saltare il tratto del cammino francigeno in pianura fino a Pavia per poi proseguire.
Proprio sotto l’albergo a Santhià c’è una stazione dei treni. Lo prendo come un segno del destino e decido di approffittare del giorno di stop per spostarmi con i mezzi fino a Pavia.
Il destino, però aveva in mente un’altra meta per me.
Il cammino dei treni: dal Piemonte alla Lombardia fino all’ Emilia Romagna.
La giornata di riposo è trascorsa tra un cambio e l’altro di treni. Ho perso il conto di quanti ne ho presi.
E’ stata una caccia al tesoro e un incastro di orari che alla fine mi ha condotto a Fiorenzuola d’Arda in Emilia Romagna proprio in una delle tappe previste dal cammino francigeno.
Gli incredibili giochi del destino non finiranno mai di sorprendermi.
Ma come ho fatto a finire a Fiorenzuola? Ti starai domandando. Tutta colpa di una promessa.
Infatti, avevo promesso alla mia accompagnatrice un albergo con piscina per favorirle un veloce recupero.
Per tenere fede alla promessa,nelle brevi soste tra una banchina e l’altra di Piemonte, Lombardia ed Emilia mi sono arrovellata nella ricerca di un albergo a Pavia ma nessuno era disponibile per la notte.
Stessa cosa per Piacenza, un’altra delle tappe del cammino francigeno. Stavo per perdere le speranze quando decido di fare un ultimo tentativo.
Trovo così l’ agriturismo Mascudiera a Fiorenzuola d’Arda. Un’ondata di gioia mi travolge. La felicità.
Come sempre lungo il Cammino ritrovo questa splendida emozione negli eventi più semplici, in questo caso nel poter onorare una promessa.
Così dalla stazione di Fiorenzuola percorro a piedi i 3 km per raggiungere la meta del riposo perfetto.


Sono ormai le 4 passate quando sul finire del bianco sentiero che taglia un pratone di grano, vedo all’orizzonte la mia casa per la notte. Un sogno.
Un ex stalla appena ristrutturata che profuma di nuovo con una piscina che affaccia su un infinito campo di grano, il vento fresco che soffia costante a smorzare l’afa che non dà tregua fino alle 6 di pomeriggio.
Un’oasi di pace in mezzo alla desolazione del paesaggio rurale che mi circonda.
La Via Francigena in Emilia Romagna
Riprendo finalmente a camminare stavolta nell’immensa Pianura Padana.
Continuano le grandi distese di campi coltivati a tratti interrotti da enormi casolari abbandonati senza ombra nè vento e un caldo torrido.
Ho un’abbronzatura da pellegrina DOC: segno bianco dei calzini, dei pantaloncini e della canottiera con varie gradazioni di colorito dal bianco al nero al rosso fuoco.
Resisto perchè so che è l’ultimo giorno in pianura e da Fidenza riprenderà il sali e scendi per le dolci colline.
Gli ultimi chilometri fino al confine con la Toscana tornano a stupire: colline ventilate che offrono scorci mozzafiato sulla campagna che sembra un oceano di onde di grano.
I colori predominanti sono il verde brillante dei prati, il giallo ocra dei campi perfettamente arati e il verde scuro di quelli di girasole non ancora sbocciati.
E’ un piacere camminare in questa zona meravigliosa: sole, vento, ombra e dislivelli fanno volare le ore. Le tappe si susseguono una dietro l’ altra tra risate e spensieratezza.
Domani mi aspetta una giornata emozionante: il passaggio di confine tra Emilia e Toscana sul Passo della Cisa.
Sarà una bella sfacchinata ma sono certa che i panorami che mi regalerà cancelleranno qualsiasi fatica.
Intanto raccolgo un insegnamento prezioso dopo i vari imprevisti dei giorni precedenti:
” Le cose non vanno mai come credi, ma questo non è necessariamente un male”.
Da Cassio è tutto
Un abbraccio
Veronica
[…] Cammino francigeno: passo dopo passo arrivo quasi in Toscana […]
Un percorso impegnativo, ma davvero molto bello. Grazie per aver condiviso questa stimolante esperienza!
Eh già fatica a volte va di pari passo con meraviglia…un po’ come se fosse il premio per aver rischiato ?…grazie a te per avermi dedicato il tuo tempo❤
E’ stato un vero piacere e ti seguirò volentieri
Piacere mio??…grazie di cuore ❤
Ciao Veronica sempre bello seguirti, fra caldo, camminate, e bellissimi scorci
ci fai vivere il tuo cammino in modo magistrale 🙂
sembra di stare li con te!
Buon proseguimento e domani, che è uno dei giorni più caldi,
riparati dal sole, per quanto possibile 🙂
Ti abbraccio alla prossima
<3 🙂 🙂
Sei sempre un’ondata di gioia e positività cara Monica è un piacere leggere le tue parole, grazie di cuore ti abbraccio forte forte❤
Devo dire che provo le stesse cose con te 🙂
Energia pura ed amore per le cose che fai
Grande <3
Si va!
Bene così 🙂
Ciao alla prossima, buon cammino!
🙂
Siamo sulla stessa lunghezza d’onda❤?
Bello il cambio d’impostazione del tuo Blog.
Cè una vista d’insieme che da la possibilità
di leggere direttamente più cose
Brava! 🙂
anche io sto per cambiare il mio,
sto cercando qualcosa che mi si addica 🙂
un abbraccio grande
🙂
Grazie Monica????…io mi sono fatta aiutare da una ragazza davvero in gamba se ti dovesse servire ti passo il suo contatto❤
Un abbraccio grande e buona giornata ?
attendo il resoconto del Cammino Toscano!
Non vedo l’ora di scoprire questa regione che adoro❤
Ti capisco… é la mia e la amo tanto!
Sei fortunatissima???? da che parti vivi??
A Firenze! Se passi, scrivimi! Ma non é proprio sulla Francigena…
Purtroppo non ci passo…sarò a breve a Lucca…poi Siena?…ma se capiterò un’altra volta a Firenze ti scriverò?
Mi hai fatto sudare pensando al caldo che devi provare 😀
Ma tanto tu non molli 😉
Grazie per le info!
Non ne hai idea Manuel…e continuo a sudare anche sugli Appennini?????
Che bello questo racconto Veronica!
Grande come sempre!
Ottima filosofia!
“Non tutti i mali vengono per nuocere”!
Un abbraccio!
?
Grazie Chris???? eh già negli imprevisti a volte si nascondono delle belle sorprese ?
Un abbraccio fortissimo ???
filosofia di vita, non solo pellegrinaggio: quella visione della vita che sale dalla terra attraverso piedi e gambe e si impadronisce di te mentre cammini.
hai fatto bene ad abbreviare il tuo itinerario della parte in pianura: noi oggi non lo sappiamo più, ma il paesaggio della Val Padana è quasi totalmente artificiale costruito nei secoli per esigenze meramente produttive ed economiche e, dicendo la verità, è bello come una catena di montaggio o un’autostrada…
Ahahahaha “bello come una catena di montaggio o un’ autostrada ” ????? allora mi sento meno in colpa dai?
Di riflessioni ne ho già maturate tante, purtroppo tra smarrimenti di strade e stanchezza all’arrivo non posso aggiornarti quotidianamente ma è tutto nel mio inseparabile taccuino che al mio rientro mi aiuterà nella “ricostruzione ” del mio viaggio ❤
Ti abbraccio come sempre forte forte e a presto caro Mauro…
P.S: il fascino dello scrivere con carta e penna non ha paragoni con la tastiera di un pc o il notes del telefono ?
certo, date le circostanze è già quasi eroico che tu riesca a rispondere ai commenti.
scrivere a mano ha il suo fascino anche per me, ma lo cancella quasi completamente il dovere ricopiare dopo: purtroppo l’ha abbandonato da anni e temo quasi di non sapere più come si fa, ahaha.
per me sopravvive soltanto quando devo compilare dei moduli burocratici sul posto! 😉
Ahahahaha è vero il dover ricopiare è una bella scocciatura …e se non mi sbrigo rischio pure di non capire quello che ho scritto perchè ho la calligrafia di un medico????
A volte mi dico che un percorso lineare è il più sicuro e sereno. Poi arriva l’imprevisto a mandare all’aria i miei piani ed è sorpresa, cambiamento. Non sempre piacevole ma di sicuro dai risvolti imprevisti. Il positivo lo afferro a lungo termine, se fortunata prima.
Ti seguo, è un piacere leggerti. È come respirare un po’ di aria pulita dal tuo splendido viaggio
Eh già Benedetta hai proprio ragione…Comunque abbiamo bisogno di entrambi..troppa stabilità genera noia e ricerca di emozioni, troppa libertà genera incertezza e desiderio di tranquillità …come sempre bisogna cercare di trovare un giusto equilibrio ?
Ti porterò nei miei pensieri mentre continuerò a camminare sulla nostra bella Italia❤
Un abbraccio forte forte e buona giornata ?
Ti abbraccio anch’io!?
❤
mi stai facendo venire voglia. devo solo trovare la volontà di staccare un po’ da tutto
Sono sicura che prima o poi la troverai Domenico..un’esperienza indimenticabile te l’assicuro?