Cosa visitare nel Parco Nazionale di Kulen
L’ultimo giorno a Siem Reap è dedicato alla natura selvaggia del Parco Nazionale di Kulen.
Data la distanza, un’ora abbondante, e la strada di difficile percorrenza non posso utilizzare il tuk tuk cosi opto per un taxi.
Il mio autista si chiama Tont (non ridere?) di nome e di fatto!
Parla un inglese incomprensibile ma è già tanto che ci riesce visto che la maggiorparte dei cambogiani non lo fa.
Per capirci si va a gesti e tra incomprensioni e fraintendimenti mi faccio tantissime risate.
Arrivati ai piedi della montagna si comincia a salire per una stretta stradina che taglia una fittissima foresta verdeggiante.
Non so come ce l’abbia fatta ma Tont è riuscito a dirmi che dentro la foresta si nascondono tigri, elefanti e serpenti ?
Il paesaggio intorno a me è esattamente come me l’ero immaginato: selvaggio e con panorami incredibili.
Il taxi si ferma su un enorme spiazzale sterrato ai margini del quale noto una manciata di poverissime bancarelle locali.
Cerco con lo sguardo qualche cartello che indichi la direzione per la cascata ma non trovo nulla così mi azzardo a chiederlo a Tont che mi indica la direzione da prendere.
Il Parco Nazionale per fortuna ancora non è stato assalito dal turismo di massa, ci sono pochi stranieri in giro e questo mi rallegra non poco?
Per arrivare alla cascata che dista a poco più di un chilometro dal parcheggio, si attraversa un’area assaltata da bancarelle dei tipici cibi cambogiani con carne e banane essiccate, frutta fresca tagliata e una specie di ristorante: tutto rigorosamente dei poveri abitanti del posto.
Rimango colpita dalle condizioni di degrado in cui vive questa popolazione quando sto per entrare in un bagno alla turca fatiscente e trovo un bambino che si sta lavando con l’acqua che serve per scaricare…
La madre a pochi metri lo richiama per farmi passare mentre controlla un altro figlio che muove i suoi primi passi seminudo, sporco e scalzo tra la terra.
Mi domando come sia possibile che nel ventunesimo secolo ancora ci siano paesi lasciati abbandonati a sè stessi…
La cascata
La cascata sembra essere uscita da un quadro zen: vapori che creano aria rarefatta, monaci buddisti che spiccano con i loro sai arancioni tra il verde della natura circostante, il canto degli uccelli e il fragore dell’acqua che trova pace nel lento scorrere di un fiumiciattolo e ancora le gigantesche rocce sparse che fungono da appoggio per spostarsi sull’acqua.
Rimango stupefatta dallo spettacolo che ho a pochi metri da me e decido all’istante di avvicinarmi alla cascata per poterla osservare nel punto in cui si getta creando delle grandi nuvole di vapore.
M’immergo nell’acqua gelida e per un attimo trattengo il respiro. Caspita com’è fredda ma non m’importa perchè ormai mi sono messa in testa che voglio nuotare fino alla roccia e da lì mettermi in piedi per assorbire tutta la sua potenza.
Mentre nuoto mi sento così viva ed eccitata. Non avevo mai fatto nulla di simile in vita mia, era come se la cascata mi richiamasse a sè…
Fino ad ora è stato senza ombra di dubbio il momento più intenso ed emozionante del mio viaggio, tanto da ispirarmi queste parole:
“Ho nuotato verso il punto in cui la cascata si getta creando nuvole di vapore che ti arrivano in faccia e fai fatica a respirare.
Sei lì incerto tra paura di continuare e curiosità di scoprire quello che si prova a stare là sotto.
La seconda vince sulla prima così continui a nuotare contro la corrente, cerchi una roccia su cui salire, la trovi e ti arrampichi cercando di non perdere il precario equilibrio.
Piano piano ti alzi, faccia a faccia con lei l’emblema della potenza.
Sei lì che la sfidi sapendo che la sua forza ti schiaccerebbe ma in quell’ istante no perchè sei un tutt’uno con lei e stai prendendo parte della sua incredibile energia…da brivido…”
Ancora euforica e carica per le bellissime sensazioni che fluttuano tra i miei pensieri, lascio questo piccolo Eden per visitare un’altra delle attrazioni del parco: il Tempio con il Buddha sdraiato.
Tempio con Buddha sdraiato
Ripassando dallo spiazzale ritrovo Tont che insiste per accompagnarmi in macchina ma volendo sono un paio di chilometri che si possono fare anche a piedi?
L’ingresso al tempio è davvero scenografico con la sua rampa di 160 scalini (ebbene sì li ho contati) che si perdono tra le fronde dei grandi alberi …
Alla fine della salita mi ritrovo catapultata in un’altra dimensione dove il silenzio e la quiete regnano sovrani.
Pochi fedeli sono in preghiera mentre mi tolgo le scarpe per poter proseguire la visita.
Un’ultima rampa di scala mi separa dalla pagoda dove riposa il gigantesco Buddha.
Intorno a me rocce mastodontiche grandi come case: mi sembra di essere su un altro pianeta!
Superato l’ultimo gradino si apre davanti ai miei occhi un panorama mozzafiato: un’infinita foresta a perdita d’occhio e alla mia destra, l’ingresso alla pagoda costruita sopra un masso.
Per poter ammirare il Buddha da entrambi i lati si compie un giro circolare. Non ho potuto fotografarlo per intero poichè è talmente lungo ( 8 metri circa) che non entra nell’ inquadratura!
La visita del tempio termina tra i caratteristici banchetti locali che non vendono i classici souvenir turistici ma denti di tigre, zanne di elefanti, medicine naturali a base di zenzero e balsamo di tigre e tantissime pietre colorate.
Durante il tragitto di ritorno Tont mi chiede se voglio visitare il Museo Landmine che si trova di passaggio.
La mia giornata ancora non è finita e questo fuori programma mi farà conoscere l’altra faccia della Cambogia, quella delle sue atroci sofferenze…
Ma te ne parlerò nel prossimo post…
Avevi mai sentito parlare del Parco Nazionale di Kulen?
Se vuoi scoprire quali altre attività si possono fare all’interno del parco ti consiglio questo link Cose da fare
Un abbraccio
Veronica
Siem Reap, 7 gennaio 2019
[…] uno spettacolo simile a quello del Parco Nazionale di Kulen invece davanti ai miei occhi un piccolo e timido ruscello si gettava dalla […]
Che meraviglia- Interessanti i tuoi articoli, mi fanno venir voglia di preparare la valigia 😀
Grazie di cuore : )
Sono contenta che riesca a trasmetterti questa voglia..io non ne posso fare a meno…fosse per me sarei sempre in giro per il mondo con il mio zaino sulle spalle!!!
Un abbraccio forte e grazie per la visita
Mi ha sempre affascinato la Cambogia, dovrò andarci prima o poi bella descrizione ?
Si Marco te la consiglio, è ancora lontana dal turismo di massa fai presto prima che i cinesi se la comprino tutta e la riempino di casinò?
Grazie per il commento,ti abbraccio forte.
?
Intanto grazie perché di questo posto non sapevo nulla e me ne sono innamorata. Che paesaggi! Il tempio sulla roccia è rapidamente salito nella mia lista dei desideri. Ho ignorato la parola “serpente ” di cui ho una paura enorme ma sono pronta a rischiare…ne hai visti????
Ahahahah tranquilla che non ne ho visto nemmeno uno (tolto quello “addomesticato” sul Tonlé Sap?) e quel tempio merita assolutamente una visita❤
Un abbraccio forte
Mi piace ti ha portato tont poi hai fatto 160 scalini e hai visto il grande budda sdraiato con le mani sulla pancia penso con un sorriso non avevi bisogno di inguadrarlo per intero ti stai divertendo
Ciao Dino si è stata una giornata indimenticabile?
Un abbraccio forte, buona giornata❤
It looks like an amazing area to visit and experience by oneself. I bet the birds there are incredibly beautiful.
accidenti, questo me lo sono proprio perso…
però fa quasi lo stesso, perché resoconto e foto fanno sentire l’esperienza quasi dal vivo.
grazie, veronica! 🙂
Beh io mi sono persa il museo a Phnom Penh quindi siamo pari?….ci torniamo????
Un viaggio meraviglioso decisamente brava Vero
Grazie di cuore Massi❤
Che meraviglia la cascata! E leggere i tuoi pensieri rende molto bene l’idea delle sensazioni che si provano a restare lì sotto
Ti ringrazio di cuore e ti auguro di provare quella splendida emozione che sia sotto ad una cascata o davanti a qualche panorama mozzafiato❤