Da Seam Reap in pullman per Phnom Penh

Phnom Penh

Lascio Seam Reap dopo tre giornate indimenticabili  alla volta della capitale cambogiana: Phnom Penh.

Porterò nel cuore i maestosi templi di Angkor Wat e l’ imponente cascata del Parco Nazionale di Kulen

Il ragazzo della reception mi aveva prenotato il bus che mi avrebbe portato al capolinea dei pullman.

Oggi la giornata sarà dedicata agli spostamenti rigorosamente slow che ho scelto per il mio viaggio: non voglio nessun volo interno.

Quello che non mi aveva spiegato il ragazzo è che il bus non si ferma ???

Lo si vede rallentare tra il traffico e bisogna letteralmente prenderlo al volo lanciando i bagagli all interno!

Con uno scatto felino corro verso il bus passo i bagagli ad un locale che lo afferra velocemente e con un salto sono dentro.

Il bus è pieno di turisti con i quali ci scambiamo dei sorrisi per il trattamento bizzarro che ci è stato riservato…

All’ arrivo, dopo 20minuti di traffico, scopro che il capolinea del pullman facevo prima a raggiungerlo a piedi poichè era ad appena due isolati dal mio albergo???

Stesso procedimento anche per scendere con tanto di lancio del bagaglio che mi costerà il portatile: cristalli rotti.

Il lungo viaggio verso Phnom Penh

Phnom Pehn

Finalmente concluse le lunghe pratiche burocratiche siamo pronti per il lungo viaggio di 8 ore per Phnom Penh.

In realtà sarebbero dovute essere 6 e qui comincia la mia avventura in terra cambogiana?

Il pullman è dotato di ogni confort: nuovo di zecca, wi-fi , spuntino di benvenuto con acqua, hostess di bordo con splendide divise…

Il tutto per 20 dollari.

” Dove sta la sola???”

Perchè c’è, da qualche parte nascosta?

Dopo nemmeno un’ ora, il pullman accosta sul lato destro della carreggiata senza alcun motivo apparente.

Resta fermo per tanto tempo e alla fine l’autista annuncia che dovremo cambiare mezzo perchè si è rotto il motore.

Giuro che non ho sentito alcun rumore sospetto nè anomalie durante il tragitto.

Quando arriva un catorcio a dare il cambio capisco la sola ????

Ti posso dire che l’ho adorato???

Mi sembrava più in linea con l’ ambiente circostante: povero e degradante insomma più autentico.

Ha inizio così la lunghissma traversata verso sud diretti verso la capitale.

La prima riflessione riguarda le distanze e i tempi di percorrenza in Cambogia.

E’ incredibile: Phnom Penh dista 320km da Seam Reap ma il tempo necessario per raggiungerla è stimato sulle 6 ore?

In Italia o in Europa o in qualunque altro Paese moderno si impegherebbero 3-4 ore al massimo invece in Cambogia ci vogliono 6 ore se dice bene e non si scampa.

Ti starai chiedendo perchè…

Innanzitutto c’è un’ unica strada principale di collegamento e per di più è ad una sola carreggiata.

In secondo luogo c’ è molto traffico essendo l’unica strada possibile da percorrere: per uscire da Seam Reap c’è voluta più di un’ora!

Terzo circolano molti camion o mezzi agricoli che rallentano ancora di più il normale scorrimento.

I cambogiani al volante sono pazzi?

Ho visto dei sorpassi che non so come non abbiano causato incidenti mortali: addirittura tripli!

Però ogni chilometro percorso su quella strada ne è valso la pena…

Vedere questa lunga strada dritta perdersi all’ orizzonte, il verde dei campi interrotto di tanto in tanto da piccoli villaggi mi ha fatto riflettere sulla fortuna che ho di vivere nel mio paese…

Il lato positivo del viaggiare lentamente

Ho scoperto che questo modo di viaggiare è fantastico: ti fa immergere completamente nella realtà del posto.

E’ scomodo, stancante a tratti snervante ma ti fa conoscere il lato autentico, la realtà perchè viaggiare non si riduce soltanto a fare la foto nei siti turistici o far vedere solo il bello di un luogo

Almeno non per me, io voglio conoscere tutto.

E poi le interminabili soste nelle rare stazioni di servizio in mezzo al nulla tra la terra e la polvere.

Mi è capitato a volte di sostare in strutture moderne, sul modello occidentale con l’aria condizionata gelida che appena uscivi venivi soffocato dal caldo. Cozzavano però con l’ambiente circostante…

E che bagni!

Quelli che si lamentano per i nostri autogrill dovrebbero provare quelli in Cambogia: la maggiorparte è alla turca e per scaricare bisogna prendere l’ acqua dal catino.

Bisogna pure pagare per il servizio?

Guarda che cartelli ???

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Ma tutti questi aneddoti e questi paesaggi se viaggi in aereo quando li vivi?

Mi sono ritrovata a pensare alle parole di Terzani nel suo libro Un indovino mi disse.

Lui che per un anno ha viaggiato attraverso l’Asia in treno e in nave a causa di una profezia che gli era stata fatta da un indovino di Hong Kong: “Nel 1993 non prendere aerei o morirai..”

Scopre così la bellezza di un viaggio lento dove si dimentica il passare del tempo e si assapora il piacere di godersi il presente senza orari nè fretta di arrivare ma soprattutto ammirando luoghi che in aereo non avrebbe mai potuto vedere.

Trascorro la maggiorparte del tempo incollata al finestrino ad osservare il paesaggio che scorre veloce domandandomi se la Cambogia mi riserverà ancora qualche altra meraviglia da scoprire o se il meglio l’ho già visto…

Phnom Penh sarà di passaggio ci dormirò soltanto una notte per spezzare la lunghissima distanza con Sihanoukville (se non avessi spezzato non sarebbero bastate 10 ore di pullman) dove trascorrerò gli ultimi tre giorni di viaggio.

Sarà caotica e affollata come Bangkok? Lo sospetto fortemente…

Purtroppo non mi sbaglio…

L’arrivo a Phnom Penh

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L’arrivo a Phnom Penh è destabilizzante.

Un delirio di tuk tuk, auto, camion e motorini. Non riesco a respirare per lo smog.

Prendo un tuk tuk che si destreggia velocemente tra le vie per raggiungere il mio albergo.

La capitale cambogiana è molto simile a Bangkok: altissimi grattacieli si alternano a baracche e bancarelle che vendono cibo in strada.

Un mix di odori terribili: fritto, carne bruciata, smog, immondizia…

Il primo impatto non è dei migliori.

Sarà che sono stanca ma non ho alcuna intenzione di uscire ad esplorare, ho visto abbastanza dai tuk tuk per farmi un’idea della città.

Mi rinchiudo così in albergo sono ormai le 17.00 .

So che non farò mai in tempo a vedere l’ unica cosa che avrei voluto visitare: il museo del genocidio Tuol Sleng che Mauro mi aveva consigliato.

Purtroppo ho pochissimo tempo.

L’ indomani mi aspetta ancora la strada: direzione Sihanoukville.

Altre 6 ore per affrontare i 328 km che mi separano dalla costa per cui preferisco riposare e ricaricarmi.

Trascorrerò il resto della giornata con i piedi a mollo nella piscina dell’albergo chiaccherando con una simpaticissima signora neozelandese di 70 anni in splendida forma e godendomi uno dei pochi angoli di silenzio e aria a Phnom Pehn.

Da Phnom Penh è tutto

In abbraccio

Veronica

8 gennaio 2019

P.S: Se vuoi scoprire le attrazioni della capitale vai al sito ufficiale

 

20 COMMENTS

  1. non fu pigrizia, allora, ma mancanza di strumenti: non viaggiavo ancora col netbook e non c’erano i telefonici connettori ad internet che oggi ci permettono anche di fotografare e ci tengono connessi al mondo che abbiamo lasciato (anche troppo).

    quindi rimasero soltanto alcuni abbozzi iniziali del racconto, a cominciare dai preparativi, e questi li ho già pubblicati.

    può darsi che provi a montare ancora dei video, oltre a quelli già messi su Youtube allora, nel 2009, ma devo prima recuperare le riprese, non mi va di farli soltanto con le foto.

    farò forse un’eccezione però almeno per Sihanoukville, vedremo se trovo il modo: il vecchio programma di montaggi video se ne è definitivamente andato col mio ultimo pc fisso, e occorre tempo per imparare ad usarne uno nuovo in modo decente.

    ma intanto mi godo le tue cronache, che importa?

    • Io non perdo la speranza di poter vedere la TUA Sihaoukville caro Mauro…sono troppo curiosa di vedere com era quando l’hai vista tu, forse ancora non contaminata dall’invasione cinese…?

    • Ciao ragazze grazie di cuore sono davvero contenta? ora me lo cado vado a leggere, un abbraccio ❤

    • Lots of dear Tanja ?
      It was one of the richest journeys I’ve ever done … the first using only land vehicles without airplanes … to be redone and redone … W voyages slow ❤

  2. la parola giusta l’ha detta bortocal “impressionante”, forse non riuscirò a fare il tuo stesso viaggio ma la lettura di questo articolo mi ha impressionato… sulla strada (on the road) è meglio andarci lentamente… adagio… secondo me la frenesia e il caos fa perdere la poesia di certi luoghi… l’ho letto anche tra il tuo racconto… ma forse mi sbaglio. Prima o poi riusciamo a organizzare un uscita in montagna e vedrai che lentamente e silenziosamente è tutta un’altra cosa… senza nulla togliere al tuo viaggio in Cambogia un abbraccio a te, a presto.

    • Sono assolutamente d’accordo con te Sal …detesto il caos, lo smog e la confusione ma in Cambogia lo si trova soltanto a ridosso delle grandi città (e sono pochissime)…lungo il tragitto poi diminuisce?
      Sono impaziente per la nostra uscita in montagna,non vedo l’ora di respirare quell’aria e quel silenzio❤
      Un abbraccio caro Sal e buona giornata

  3. Ciao Veronica bella avventura… coraggiosa però caos, traffico, spostamenti caotici e frenetici non fanno per me… già il traffico della mia città alle volte mi da fastidio… Sal

    • Ciao Sal?…beh però l’ on the road ti fa entrare nel cuore del posto…e quindi è inevitabile scontrarsi anche con realtà che non sono esilaranti…ma fa parte del viaggio e lo completa secondo me❤
      Un abbraccio forte

  4. che bello, Veronica, che hai ripreso le tue cronache cambogiane! avevo proprio voglia di ritornare in quel paese con te! 🙂

    certo nel 2009 il percorso da Siem Reap a Phnom Penh lo avevo fatto quasi tutto attraverso il lago Tonlé Sap, in barca: ci avevo messo un giorno intero, ma ne era valsa la pena, anche considerando la bella scottatura da sole che ne avevo guadagnato!

    mi impressiona moltissimo il tuo ritratto di Phnom Penh: davvero hai visto un’altra città rispetto a quella che avevo visitato io, ed evidentemente dieci anni sono bastati a stravolgere quella che era una quieta città a misura d’uomo dove era molto piacevole camminare a piedi, c’era pochissimo traffico e si poteva arrivare al grande fiume Mekong a guardare i barconi lenti che costituivano la principale via del traffico commerciale.

    come procede veloce il suicidio dell’umanità drogata dal consumismo…, si stringe la bocca dello stomaco.

    e che cosa viaggiamo a fare, se viaggiamo nell’effimero, e quel che vediamo e conosciamo è destinato a sparire così rapidamente?

    sono quasi contento di non avere lasciato quasi traccia scritta del mio passaggio cambogiano e di averlo tenuto soltanto nella mia mente.

    • Ciao Mauro???
      Intanto bentornato da Lisbona…
      Quanto alle cronache ho dovuto spremere il cervello cercando di ricordare i dettagli poichè mi si è rotto il cell e lì tenevo i miei appunti di viaggio,nelle note??
      Fortuna che mancano solo gli ultimi tre giorni quindi non dovrebbe volerci molto…
      Quanto a Phnom Penh purtroppo questa è diventata e ti invidio per averla vissuta con la calma di 10 anni fa…ora è un caos pazzesco?
      Ma lo sai che ci avevo pensato pure io a scendere in barca dal Tonlè Sap????
      Ha vinto però la curiosità dell’on the road?

      Ti abbraccio forte forte

    • tra pochissimi giorni, sull’altro blog, quello del decennale, comincerò a ripubblicare i pochi post che riuscii a scrivere allora sul mio viaggio in Cambogia di dieci anni fa.

      l’on the road lo riservai al viaggio dalla capitale a Sihanoukville, a quanto ricordo.

      capisco bene l’annebbiamento dei ricordi che segue il viaggio, sta succedendo anche a me col Portogallo e a pochissimi giorni di distanza.

      le cronache di viaggio vanno almeno impostate al momento; ho pensato addirittura in questo viaggio, quando mi sono reso conto che non sarei mai riuscito a far tenere alla scrittura il passo delle camminate, che si potrebbero registrare brevi commenti parlati in situazione, ma non ho avuto il coraggio di farlo: mettersi a parlare da soli nel telefonino… 🙂 🙂 🙂

      certo che se poi si rompe il telefonino o peggio lo si perde anche, come successo a me nel bortoround… 🙁

      insomma, jella condivisa, ma credo che in viaggi impegnativi il guasto degli apparati sia da mettere assolutamente nel conto come inevitabile: non ci si deve chiedere se, ma quando.

      occorre portarsi via un HD esterno di riserva e ogni sera riprodurre le foto, per garantirsi meglio: e poi cercare di non farsi rubare o perdere la valigia… 🙂

    • E’ vero le cronache viaggio devono essere riportate il giorno stesso se non si vogliono perdere momenti importanti…al cammino facevo cosi ed anche se era stancante quando rileggo lemie giornate a distanza di un anno rivivo tutto con nitidezza e mi ringrazio di non essere stata pigra altrimenti non sarei mai riuscita a ricostruire ogni singolo giorno!!!
      Poi come dici tu bisogna fare i conti con la tecnologia che ci abbandona sempre nel momento meno opportuno????
      Aspetto con impazienza le tue cronache cambogiane caro Mauro sono curiosa di confrontarle con le mie?
      Un abbraccio e buon “lavoro”❤

  5. È un percorso bellissimo! Lo abbiamo fatto qualche anno fa, e siamo arrivati con le valige piene di polvere rossa, ma soddisfatti come poche volte! ?????

    • Quanto vi capisco???? è stato faticoso ma ne è valsa la pena❤

  6. Ciao Veronica <3
    buongiorno e auguri !!!
    Bello e divertente il tuo post che sto leggendo a tratti perché Internet stamattina
    si connette a fatica 🙂
    appena posso lo leggo tutto 🙂
    forte prendere e scendere dall'autobus al volo 🙂 🙂
    intanto ti abbraccio forte, buona giornata
    cara Veronica 🙂
    ciao Monica
    🙂

    • Ciao Monica?
      Tantissimi auguri anche a te…si la presa al volo del bus è stata un’esperienza esilarante ????
      Un abbraccio fortissimo e buona serata❤

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