Se hai bisogno di staccare la spina, di silenzio, calma e natura ti bastano un paio di giorni nell’Appenino toscano, al Santuario la Verna (AR)

Nell’articolo ti dico come sfruttarli al meglio. Intanto lascia la macchina parcheggiata a Chiusi della Verna, saluta la civiltà per quarantotto ore ed entra con me nel Bosco delle Fate.

Santuario la Verna

Santuario La Verna: il posto ideale per ritrovare calma e benessere.

Lo scorso ottobre avevo una gran voglia di allontanarmi dal mondo, sai quei periodi in cui vorresti mollare tutto e fare un biglietto di sola andata per Honolulu?

Ecco, ero in uno di quei periodi, ma invece di mollare tutto ho pensato a un posto più vicino che potesse farmi staccare e mi è venuto in mente Il Cammino di Francesco.

Ricordavo che la via del Nord iniziava dal Santuario di la Verna di cui mi era rimasta impressa la bellezza guardando una foto sul web.

Sapevo quindi che avrei potuto pernottarci, niente di meglio di un luogo di preghiera per trovare silenzio.

E poi sarebbe stato anche panoramico (si trova su uno sperone di roccia a oltre 1250 metri) e immerso nella natura, circondato da ettari e ettari di boschi di faggi e abeti.

Era la meta perfetta anche per la stagione; in autunno avrei potuto ammirare il foliage.

Alla fine si sono aggiunte alla spedizione benessere anche mia sorella Alessia e la mia migliore amica Bruna anche loro bisognose di staccare.

Così ho prenotato tre posti letto in mezza pensione nella foresteria.

ATTENZIONE: non c’è internet nelle camere e se proprio non puoi farne a meno, troverai delle wifi zone nelle aree comuni.

Sono convinta che alla fine saprai farne a meno, si sta troppo bene disconnessi ogni tanto.

Ti do qualche info sul santuario.

Sorge su uno sperone di roccia nel cuore di un bosco monumentale che fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

San Francesco si ritirò sul monte della Verna durante i suoi periodi di silenzio e preghiera. Proprio in questo luogo ricevette le stimmate nel 1224.

L’evento delle stimmate e l’esempio di vita del santo sono il tesoro più prezioso che Francesco ha donato ai frati della Verna.

Per raggiungere il Santuario hai diverse possibilità, ma per un’esperienza totalmente immersiva ti consiglio di farlo a piedi tra i sentieri nella foresta.

Sentieri che sono stati attraversati da migliaia di pellegrini e dallo stesso San Francesco.

Santuario della Verna: come arrivare

Premesso che puoi raggiungere il santuario anche in auto (dal 5 al 30 giugno 2023 la strada sarà chiusa per lavori) impostando sul navigatore santuario La Verna, qui troverai un modo decisamente migliore: a piedi.

Il punto di partenza del sentiero è nel centro della cittadina di Chiusi della Verna (AR).

Parcheggiata l’auto ti basterà raggiungere il ristorante da Giovanna, dove troverai l’indicazione per il percorso pedonale verso il Santuario.

In alternativa, puoi partire direttamente dall’ingresso del Bosco delle Fate, impostando il navigatore su Via San Bonaventura 8.

Il primo tratto che imboccherai è il sentiero n.50 che passa dietro l’hotel della cittadina e ti condurrà dopo qualche metro a un bivio in cui puoi scegliere se:

  1. proseguire con il sentiero 50 (ti consiglio di farlo al ritorno)
  2.  prendere il sentiero 51, addentrandoti nel bosco delle Fate.

Ho scelto la seconda opzione attirata dal nome, un invito a entrare in una favola (e credimi, lo è)

Per entrare nel bosco, passerai attraverso una strettoia tra due rocce poi dovrai seguire il sentiero fino a un cancello in legno che è sempre aperto.

Una volta oltrepassato, sarai dentro alla favola. Un paesaggio immaginato nei libri di Tolkien quando raccontava del Bosco Atro, il bosco degli Elfi.

Dire che è magico è riduttivo, devi guardarlo con i tuoi occhi e respirarlo. Toccare il muschio di velluto sulle rocce, calpestare il tappeto di foglie, osservare la luce del sole che filtra tra i rami dei faggi e le foglie che si staccano e fluttuano nell’aria come piccole farfalle.

Per entrare nel vivo dell’atmosfera ascolta la musica del video:

Dopo una ventina di minuti (se non ti sei fermato novecento volte come ho fatto io😅) all’altezza della Cappellina, troverai il cartello che annuncia l’arrivo al santuario.

Le sorprese però non finiranno dopo il Bosco delle Fate. Preparati a scoprire le meraviglie che La Verna ha ancora in serbo per te.

Santuario la Verna
Bosco delle Fate

Cosa visitare nel santuario

Dopo aver superato la foresteria, ti ritroverai nel piazzale del Quadrante, un’ immensa terrazza affacciata sulla Valle del Casentino da cui potrai assistere a tramonti spettacolari.

Sullo stesso piazzale puoi visitare la Basilica Maggiore, dove sono custodite le reliquie di San Francesco e la Cappella di Santa Maria degli Angeli (solo negli orari in cui non c’è la messa)

La figura di San Francesco ti accompagnerà in tutta la visita, nella cappella, nei corridoi e nelle grotte.

Ripercorrerai i momenti di vita più significativi del santo negli affreschi, nelle splendide maioliche e nelle targhe.

Il mio consiglio: non perderti la grotta di San Francesco dove il santo pregava, uno dei punti più suggestivi del Santuario (segui le indicazioni verso Sasso Spicco)

E per un altro panorama memorabile vai al balcone del Diavolo, che affaccia sullo strapiombo della Verna.

Se vuoi renderti conto dell’imponenza e dell’altezza del santuario, spendi altri dieci minuti a camminare e prendi il sentiero 53.

Lo trovi dopo un centinaio di metri dalla Cappella degli Uccelli, attraversa la cancellata, se è chiusa ci sono le scalette laterali.

Qui potrai vedere il santuario dal basso, una vista unica.

Santuario la Verna
Vista santuario dal sentiero 53

Santuario della Verna: Il sentiero per il Monte Penna

Terminata la visita al Santuario, puoi pranzare al refettorio oppure mangiare un panino sulla terrazza del piazzale, un paio d’ore di riposo in camera e nel pomeriggio sarai pronto per l’ultima passeggiata in cui assisterai al tramonto dalla vetta del Monte Penna.

Per riprendere il sentiero, dovrai raggiungere la scalinata sulla destra che trovi appena prima dell’ingresso al Santuario (da dove sei arrivato) dove c’è il proseguimento del sentiero n. 51.

Entrerai di nuovo in un bosco con una serie di saliscendi corredati, in alcuni punti, da corrimano e gradini in legno.

Ti ritroverai a costeggiare diversi punti panoramici come il Sasso di Fra Lupo, un’enorme roccia irraggiungibile dove, secondo la leggenda, il brigante Lupo teneva i suoi prigionieri prima che San Francesco lo convertisse.

Proseguendo, dopo una ventina di minuti, raggiungerai la vetta del Monte Penna, a 1283 metri s.l.m. dove potrai vedere il cielo e la valle tingersi dei colori caldi del tramonto.

Il mio consiglio se vuoi vedere il sole (che nel pomeriggio è dall’altra parte della montagna) è di andare all’alba. Ho fatto entrambi ed è stato fantastico in tutti i due i casi ma la golden hour nel bosco di pomeriggio è pazzesca!

Per tornare al santuario ti basterà proseguire il giro ad anello e quindi continuare sul sentiero 51, scendere di nuovo nel bosco.

Non farti sfuggire il cartello in legno sulla sinistra in cui trovi le indicazioni per vedere l’ abete bianco più alto d’Italia (51,87m)

L’ultimo tratto di bosco ho fotografato con il cuore il momento più bello dellla giornata.

Ero rimasta indietro rispetto ad Ale e Bruna che si erano sedute sulle rocce in mezzo a un tappeto di foglie gialle, rosse e marroni.

La luce dorata del sole aveva tinto di oro ogni angolo del bosco, anche i loro visi.

Una sensazione di beatitudine mi ha avvolto come una coperta calda mentre pensavo che ero lì con due delle persone cui voglio più bene a condividere tanta bellezza e quel momento assolutamente perfetto.

Mi sono sentita grata.

Il silenzio solenne nel quale eravamo immerse era interrotto solo di tanto in tanto dal fruscio leggero del vento tra le foglie dei faggi e degli abeti.

Ho capito in quell’istante il motivo per cui San Francesco si rifugiava in questo bosco. È davvero un luogo sacro che trasmette un’energia incredibile.

Siamo rimaste a respirare quella pace per una buona mezz’ora e poi infine siamo rientrate nella foresteria dove un cartello troneggiava all’ingresso: LUOGO DI SILENZIO.

Dopo la cena siamo rientrate in stanza, una camera spartana dove c’è solo l’essenziale, un letto, una scrivania, un piccolo armadio e il bagno.

Niente televisione per cui portati un buon libro.

Rientro a Chiusi della Verna

Dopo un sonno rigenerante è tempo di tornare alla civiltà (se ti svegli presto puoi andare a vedere l’alba sul monte Penna).

Per tornare all’auto ti basterà chiudere il giro ad anello prendendo il sentiero n. 50 (segui indicazioni per La Beccia).

È una passeggiata ancora più semplice rispetto al tratto nel Bosco delle Fate che ti porterà in un quarto d’ora a Chiusi de la Verna.

Per qualunque altra info puoi andare al Sito ufficiale La Verna.

Allora, vuoi immergerti anche tu per due giorni nel santuario la Verna e nella sua foresta sacra?

Un abbraccio

Veronica

24 COMMENTS

  1. Scusa se arrivo ora, ho avuto alcune giornate difficili che mi hanno tenuta lontana dal blog.

    Questo posto incantevole, non ci crederai, ma lo conosco!! Mio marito e tutta la sua famiglia è di Arezzo, quindi gite nel Casentino e al Santuario della Verna, sono stati per un bel po’ di tempo, tappe quasi obbligatorie. Ma tanto, tanto belle!!

    E le tue foto,le tue descrizioni, hanno reso il tutto ancora più bello!!!

    Un abbraccio cara Veronica , un grazie speciale per avermi fatto conoscere anche cose che non conoscevo!!! 🙂 🙂 🙂

    • Questa volta Vitty mi hai davvero sorpreso, tantissime persone non ne conoscono l’esistenza nè hanno idea di dove possa trovarsi😅…Sono contenta che tu l’abbia visto e credo che avrai respirato anche tu quella magia e quell’energia…ti abbraccio forte e buona giornata 😘

  2. in tanto vociare inutile, bisognerebbe festeggiare un luogo come questo, dove il silenzio è regno, antro, rifugio, dove oltre alle fate puoi “incontrare” te stesso, in una sorta di catarsi dalle connotazioni non solo prettamente spirituali (il riferimento a San Francesco è d’obbligo) ma anche a quelle più intrinsecamente “mistiche” di libertà e immedesimazione apotropaica considerata la meraviglia naturale che impera. Del resto ne avevamo già discuso, il collegamento è a Castaneda, Chatwin. Ogni tanto riconnettersi all’essenza, alla madre terra, a quelle pulsioni, non esattamente social o di realtà ahimè fintamente reale, darebbe modo a quella parte parte di noi, relegata dalla consuetudine alla normale normalità, di esprimersi, di procedere con forza in quel percorso meraviglioso che tutti cercano e che alla fine solo alcuni trovano: il senso più vero della vita.
    Ti lascio il solito brano che apparentemente non c’entra nulla con il luogo e la tua recensione, tra l’altro pulita e coinvolgente (come al solito), ma che in qualche modo si allaccia al “rumore” di fondo che emerge dal silenzio, in una sorta di riappacificazione con la propria anima, un inversione di marcia, primitiva.
    Un abbraccio.
    https://www.youtube.com/watch?v=Gf0RrQ62jw8

    • Non posso aggiungere altro caro Sarino hai illustrato alla perfezione il concetto che intendevo far passare e che, non avevo dubbi, sapevo che avresti colto.
      Come dici tu in mezzo a tutto questo vociare di sottofondo serve ogni tanto uno stacco per riuscire ad ascoltarsi, fare ordine e ripartire con nuove energie. È indispensabile per fare i propri bilanci interiori e aggiustare il tiro se vediamo che ci stiamo allontanando da noi stesso.
      Quanto alla tua musica mi porta in posti lontani tra antiche tribù, posti in cui ancora il rispetto per la madre terra e i suoi suoni sono al di sopra di ogni altro rumore. Spero che i loro riti e le loro tradizioni continueranno ad essere tramandati perchè tra qualche anno ne sono certa, avremo il bisogno di tornare a quella connessione, quel rispetto e quell’armonia.
      Ti abbraccio forte caro Sarino, buona giornata e grazie per aggiungere sempre valore a ciò che scrivo🩷

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