Trekking in Islanda: alla conquista del panorama più bello

Tutti lo conoscono come simbolo, pochi sanno che il monte Kirkjufell nasconde uno dei trekking più favolosi da fare in Islanda!

Ed io ho avuto la fortuna di provarlo anche se lassù qualcosa è andato storto. Pronto a scoprire cosa?

Trekking in islanda

Kirkjufell: il trekking più spettacolare da fare in Islanda

Il monte Kirkjufell con i suoi 463 metri sul livello del mare,troneggia sulla penisola di Snæfellsnesnes nella parte occidentale dell’Islanda.

È la montagna più fotografata dell’isola, una delle 10 montagne più belle del mondo, forse più nota come Arrow Head Mountain in Game of Thrones.

La mia disavventura più grande (perché ce ne sono state parecchie durante il mio on the road…) si è consumata proprio sul cucuzzolo del Kirkjufell e poteva trasformarsi in un funerale: il mio!

Non puoi immaginare quando, sopravvissuta a quest’esperienza, ho letto per caso la traduzione della parola Kirkjufell in italiano: CIMITERO.

Ma prima di raccontarti la storia, ti do qualche informazione utile.

Kirkjufell info tecniche trekking

Trekking in Islanda

Per raggiungere la cima ci vuole circa un’ora e trenta.

L’escursione non è adatta a chi soffre di vertigini nè ai principianti poichè la montagna è molto insidiosa.

Inoltre è fortemente sconsigliato intraprendere il trekking in condizioni metereologiche avverse o su terreno bagnato.

Se invece sei un’escursionista esperto allora ti consiglio assolutamente di farlo, ti regalerai uno dei trekking più indimenticabili del tuo viaggio in Islanda, fidati!

Solo la vista mozzafiato che ti accompagnerà per tutta la salita, vale la fatica per la conquista del punto più alto della montagna.

Per quanto mi riguarda, ho sottovalutato troppo questo trekking, rischiando di entrare nella lista dei morti del Kirkjufell.

Tre infatti sono stati gli incidenti mortali in montagna di cui due negli ultimi anni.

Il primo incidente avvenne nel 1945 quando un ragazzo di 20 anni del luogo cadde e morì. Poi durante l’estate del 2017 un turista è morto e un altro viaggiatore nell’autunno del 2018.

Ecco cosa mi è successo.

La mia disavventura sul Kirkjufell

Trekking in Islanda

Io e la mia amica Bruna siamo le prime ad arrivare nel parcheggio ai piedi del Kirkjufell, una fresca mattina di fine agosto, il 20 per l’esattezza.

Lo ricordo perché quel giorno avevo pensato: “Ci sono tre 20 nella data di oggi  (20/08/2020) di sicuro accadrà qualcosa di indimenticabile ” e così è stato.

Dopo le foto di rito alle cascate Kirkjufellfoss protagoniste in quasi tutte le cartoline islandesi, ci prepariamo all’ultima avventura prima di lasciare l’isola.

Attraversiamo la strada e ci ritroviamo quasi subito dinnanzi al cartello che indica l’inizio del sentiero che apparentemente sembra davvero facile, la cima per effetto ottico sembra vicina.

Bisogna superare solo una ripida salita.

Almeno così sembrava…

Cominciamo a camminare costeggiando una specie di steccato e dopo una mezz’oretta siamo già belle alte e col fiatone.

Ci sembra strano che il sentiero non ci sia e infatti ci accorgiamo che non siamo sul sentiero!

In realtà il sentiero c’era ma non l’abbiamo individuato subito essendo una striscia di terra che gira intorno alla montagna salendo dolcemente.

Noi l’abbiamo presa in verticale e ci siamo fermate davanti alla prima parete di roccia!

Ci facciamo una risata e continuiamo la salita in modo molto più semplice avvicinandoci sempre di più e accorgendoci del panorama mozzafiato che ci circonda.

Dall’alto si aprono prati di un verde brillante illuminati da un sole splendente e circondati dal blu cobalto del mare sotto un cielo azzurro puntellato di nuvole bianchissime.

Siamo circondate da bellezza, ovunque mi volti trovo un motivo per meravigliarmi.

E intanto continuiamo a salire fino ad arrivare al punto in cui Bruna decide di fermarsi.

E’ già andata oltre la sua paura del vuoto e non vuole rischiare di trovarsi ancora più in alto e bloccarsi.

Sarebbe complicato chiedere aiuto visto che lassù ci siamo soltanto io e lei più una coppia che era davanti a noi e probabilmente già sarà prossima alla vetta.

Io e Bruna ci separiamo

Trekking kirkjufell

Alzo gli occhi e vedo la cima a pochi metri così dico a Bruna di aspettarmi lì che in poco tempo dovrei essere lassù.

E qui faccio un grandissimo errore: non mi porto l’acqua, convinta che in una ventina di minuti già sarò tornata.

Non avevo fatto i conti però con le finte vette del Kirkjufell che t’inganna con i suoi terrazzamenti; ogni volta che alzi gli occhi ti danno l’impressione di essere arrivato.

Me ne accorgo quando per l’ennesima volta cominciando a perdere la pazienza, guardo in alto e vedo la coppia: due minuscoli puntini in mezzo alle rocce che sembrano invece a pochissimi metri da me.

Sto per desistere e tornare indietro ma poi mi faccio coraggio, ci sono quasi. È un po’ come al  al Cammino quando credi che un paese appena avvistato sia lontano chissà quanto e invece è a pochi minuti di strada.

Cammino e continuo a camminare finchè dopo un’ora e trenta infinita vedo le corde per l’ultima arrampicata.

Mi fomento come non mai.

È stato fantastico arrampicarsi su quelle corde che scendevano dall’ultima roccia.

Ero solo io su quel piccolo pezzo di montagna con i gabbiani che mi volavano accanto.

Mi sono fermata pochi secondi per godermi quella vista a 360 gradi pazzesca con i piedi ben piantati e le mani ben salde alla corda, sospesa per un attimo dentro quel quadro dai colori indescrivibili.

Infine l’emozione più grande: essere nel punto più in alto del Kirkjufell e salutare l’Islanda a modo mio

Cima kirkjufell

Ero al settimo cielo ma stanca morta e assetata.

Sono rimasta in cima una decina di minuti forse 15, non ho fatto nemmeno lo spuntino perché avevo paura di aumentare la sete così dopo un autoscatto per immortalare questo momento stupendo, comincio la discesa.

Nel frattempo avevo avvertito Bruna per non farla preoccupare mandandole i video della mia impresa, sapevo le sarebbero piaciuti.

Lei se ne stava beata e indisturbata a godersi i caldissimi raggi di sole seduta su una roccia con un panorama da cartolina.

Mentre scendo mi rendo conto di aver saltato un passaggio con le corde (erano tre in totale) ma avanzo perché sono sul sentiero quindi non mi preoccupo di aver smarrito la strada.

D’un tratto invece la terra del sentiero diventa erba.

Mi sono persa.

Mi giro intorno e non vedo nient’altro che verde e pezzi di roccia, mi sporgo per vedere se posso scendere al terrazzo più basso, non voglio tornare indietro sono stanchissima.

È troppo alto e non ci sono appigli per scendere, la parete è verticale e fa una salto di oltre 3 metri.

E qui commetto il secondo errore: non torno indietro.

Provo a cercare un’altra via per scendere da quel punto ma la montagna è inaccessibile e comincio a spaventarmi: “Se mi succede qualcosa qui ma chi mi trova?Sono anche sola, devo ritrovare a tutti i costi il sentiero…”

Mi avvicino di nuovo alla roccia sporgente sul terrazzamento per controllare meglio se ci sono degli appigli per scendere quando lo scarpone scivola su dei sassi e capisco che sto per precipitare di sotto.

Un attimo di puro terrore in cui il tempo si è cristallizzato.

Sono lucida mentre precipito e sto per schiantarmi a terra tanto che una vocina mi dice:”Piega le gambe, piega le gambe…è finita!”

L’ultima cosa cui ho pensato prima di toccare il suolo e sbattere mento e testa sulla roccia.

Una botta pazzesca. Resto stordita pochi secondi, ho quasi impressione di svenire ma la stessa vocina mi dice:

“Non sei morta,sei viva! Alzati, chiama Bruna e distraiti. Devi assolutamente trovare il sentiero e scendere da questa caxxo di montagna!”

L’adrenalina non mi fa sentire nessun dolore,ho il terrore di usare la videocamera del cellulare per vedermi la faccia. Mi sento il labbro gonfio e addormentato, vedo sangue sopra il naso.

Decido di non pensarci e mi dico che appena vedrò Bruna capirò da come mi guarda se è grave o no.

Il momento più difficile: scendere dal Kirkjufell

Per fortuna il salto di oltre 3 metri mi rimette in pista: ritrovo subito il sentiero.

Vorrei avere il teletrasporto e catapultarmi direttamente in camera, il tempo sembra infinito mi sembra sempre di essere nello stesso punto.

Intanto la voce dentro me non smette di ripetere: “Trova il sentiero”.Mi perdo in continuazione, non è facile individuarlo tra la terra, l’erba e le rocce.

Un incubo.

Ogni tanto telefono a Bruna per distrarmi e quando la sento cantare dietro di me, capisco che sono finalmente salva.

Appena mi vede con sufficienza mi fa:

“Si vede che non ti sei mai fatta male veramente nella tua vita, senti mi fai una foto che voglio metterla come immagine del profilo di WhatsApp?”

E le ho fatto questa foto prima di svuotarmi un litro d’acqua e pulirmi il sangue dal viso:

Direi non male,no?

Tornerò a Roma sulla sedia a rotelle ridendo a crepapelle per tutto il viaggio, ricordando tutte le disavventure che abbiamo superato in Islanda.

Me la sono cavata con una bruttissima distorsione, un labbro rotto e qualche lividone oltre al grande spavento.

Grazie a Bruna il post incidente è stato divertente ed indimenticabile!

La lezione che mi ha lasciato questa brutta esperienza è: mai sottovalutare una montagna!

Tutto è bene quel che finisce bene, non trovi?

Un abbraccio

Veronica

29 COMMENTS

    • Caro Mauro volevo commentare ma non mi dà l’opzione posso solo condividere su WhatsApp o salvare😥…ad ogni modo non credo assolutamente che tu sia una brutta persona anzi il fatto che tu riesca a sopportare l’isolamento senza sbroccare dimostra quanto tu possa stare bene con te stesso e quando si sa stare da soli si diventa soltanto più selettivi. Quando sappiamo già in partenza che una persona non fa per noi o non ci va di perdere tempo in qualcosa che non ci arricchisce la evitiamo e questo ci fa etichettare come asociali o persone con un brutto carattere perché poi siamo anche sinceri e quando dici la verità ti fai molti nemici😂
      Parlo al plurale perché anche io sono simile a te…pensa che ogni volta che faccio una nuova amicizia ci tengo sempre a specificare:”Non sono una persona che si messaggia 40 volte al giorno, se non mi va non rispondo al telefono e se prendo un appuntamento non è detto che poi il giorno prefissato io mi presenti perché magari quel dato giorno non mi andrà di farlo e non mi forzerò” devo dirti che fa una grandissima scrematura e chi mi sta vicino mi accetta per come sono.Sarò fatta male sarò cruda e insensibile a volte ma questa è Veronica almeno uno dei miei lati oscuri. Chi mi vuole bene sa che sono gelosa della mia solitudine non per questo a volte non disdegno una buona compagnia. Ma deve essere buona…e sono certa che con te ci vorrei davvero volentieri a prendere un caffè perché sei una persona ricca e interessante ❤ ( e anche uno dei miei amici di blog preferiti)

    • Mauro ho cliccato sul tuo link ma mi dice che il tuo articolo non esiste più 😳 ricominciamo con la nostra maledizione?😂

  1. Certo che poterla raccontare è davvero una gran fortuna!
    Come monito..insieme a queste foto mozzafiato “una tua” dopo la caduta ci starebbe 😉
    La natura ti ha chiesto il suo biglietto da pagare..per tanta bellezza🌹

    • Sappi cara Caterina che ce l’ho e non è un bello spettacolo a vedersi😂😂😂😂😂
      Eh sì hai proprio ragione ma nonostante tutto ne è valsa la pena❤

  2. accidenti! oltre alle solite meraviglie panoramiche, questa volta ci metti anche una suspence degna di Hitchcock…

    comunque non posso tacere: una imprudenza simile da te in montagna non me la sarei mai aspettata: hai volato tutte le regole più elementari per non mettersi in pericolo!

    (sarà il caso di pensare ancora ad una salita in comune allo Sri Pada dello Sri Lanka, dopo quella andata a vuota per il covid a marzo? ahaha)

    • Ahahahaha sei fantastico Mauro…Hitchcock sbarca anche in Islanda 😂😂😂

      È verissimo è stata davvero una imprudenza imperdonabile, l’ho sottovalutata però la vedevo una cima bassa e facile..invece è stata una delle più dure…

      Non ti preoccupare che da ora in poi non commetterò più lo stesso errore e quindi la nostra scalata allo Sri Pada sarà super sicura😜😜

  3. What a story! Glad to hear you’re okay. I was actually worried this autumn because you haven’t posted in so long. Glad you are on the road to recovery. Maggie

    • you’re right Maggie I haven’t written in the last couple of months because I’ve been busy resuming work after the lockdown … now they made me close the gym and I have time again to devote myself to writing that I missed so much❤

    • Health is safe 🤞🤞😍😍😍❤❤ health in this particular moment is the most important thing😁

    • Esattamente cara Rita…non si è mai troppo preparati per la montagna…mai abbassare la guardia😅😜❤

    • Ciao Massi😍…sì per fortuna lassù qualcuno mi ama😅😂 un abbraccio forte

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